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E’ bene differenziare le armi utilizzate nel Kung Fu in due ceppi principali:

Armi o armature proprie, ovvero oggetti costruiti con il preciso intento di venire utilizzati come mezzi di offesa (normalmente in dotazioni ad eserciti) chiamate anche “Armi Yang” in una visione Taoista;

Armi o armature improprie, ovvero strumenti utilizzati prevalentemente nel lavoro domestico od agrario e nella vita di tutti i giorni ed in seguito adattate per necessità a funzioni di arma, definite anche “Armi Yin” sempre in chiave Taoista.

Tenendo conto che il fulcro del governo militare era a nord della Cina e nella parte meridionale vi erano più povertà e di conseguenza anche mestieri che utilizzavano utensili di manifattura più modesta, moltissime armi del sud furono derivate dai molteplici strumenti di lavoro delle popolazioni locali e si diversificarono per peso e dimensioni rispetto ad armi create unicamente per scopi bellici. A tale proposito ci fu sia un “riadattamento” delle armi tipiche del nord (alabarde lunghe, spade uncinate, ma anche gli stessi bastoni o lance) con riduzioni delle dimensioni, in alcuni casi, o differenziazione nell’uso in altri. Ci fu anche una fioritura di armi tipiche di quelle regioni che raramente si sarebbero trovate a nord, come il bastone a due sezioni, il bastone lato (tutt’ora in uso nelle forze di polizia americane) od anche le classiche mezzelune. Lo scopo principale di tali armi era mantenere la loro efficacia sia in attacco che in difesa anche quando non era possibile possedere armi vere e proprie a causa delle leggi imposte da invasori o signori locali.

Per quanto riguarda le protezioni (scudi, elmi, armature) si predilesse una protezione che non andasse a scapito della mobilità (per cui adattabile alle tecniche e alle armi tipiche delle regioni del sud), pertanto non si incontreranno armature pesantissime e soffocanti , come in occidente, assimilabili come resistenza a quelle in cuoio o in materiali più duri ma molto più leggeri. E’ comunque da tenere in considerazione che in linea di massima nessuna armatura diffusa nel mondo orientale era pensata per una protezione totale o costruita con materiali pesanti, specie se si paragonano alla concezione di armatura medioevale europea come già detto; pertanto nelle regioni del sud gli scudi stessi erano molte volte di legno, vimini intrecciati o metallo in bassa percentuale, al fine di risultare comunque maneggevoli e leggeri, ideati per proteggere più da armi da percossa o per accompagnare la parata contro attacchi di taglio. Questo principalmente per quanto riguarda gli eserciti poiché nelle arti marziali tradizionali non è neppure contemplato l’uso di armature, e la popolazione comune raramente poteva permettersi il metallo; in più, molte volte, le stesse tecniche d’uso delle armi includevano funzioni di difesa e protezione per compensare un’eventuale mancanza di protezioni passive.

 

Di seguito le 18 armi tradizionali di base studiate nella nostra Scuola (K.T.S. M.A.N.T.I.S. Kung Fu)

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Un bastone, la cui lunghezza non supera il metro, usato sia a nord che a sud come arma a medio e corto raggio, è relativamente facile da imparare come arma di difesa e contrattacco rapido, più complesso l’uso a coppia (ovvero con 2 bastoni, uno per mano).

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Il classico bastone di dimensioni medie (superiori ad un metro) – definito dai monaci stessi come “la madre di tutte le armi, a cominciare dalle nostre stesse mani”; è infatti facilmente reperibile da qualsiasi ramo di albero, ed è di fatto uno strumento per molteplici usi. Da questo derivano quasi tutte le impostazioni per il maneggio delle altre armi, oltre a costituire di per se stesso un valido allenamento per braccia e mani.

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Bastone la cui lunghezza era vicina ai due metri, usato come strumento ausiliario alla pesca o per aiutare nella raccolta dei frutti, rappresenta di fatto la base per tutte le armi a lungo raggio (lancia, alabarda, tridente). E’ un’arma a due mani (ovvero richiede entrambe le braccia per essere maneggiata); l’uso in ambienti con poca libertà di movimento predilige in particolare movimenti eseguiti tenendo il bastone con il peso indietro e vicino al nostro corpo, muovendo la mano arretrata e lasciando la mano avanzante come fulcro, rispetto ai movimenti più ampli che deriverebbero dal farla roteare ponendo in avanti il peso e le braccia impugnanti l’arma stessa.

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Un’altra arma derivata dal lavoro dei campi di tutti i giorni: utilizzato principalmente per battere il riso era costituito da due pezzi di legno, normalmente ciascuno non superiore alla lunghezza dell’avambraccio, ed uniti da una corda oppure una catena (talvolta in mancanza d’altro si usava anche un budello animale); veniva usato impugnando con una mano un bastone e facendo roteare l’altro che andava a colpire. Come strumento lavorativo il bastone che veniva impugnato era generalmente più corto di quello usato per colpire, in seguito, per permettere di essere scambiato con lo stesso risultato in termini di raggio di attacco sia da una parte che dall’altra, i bastoni vennero portati alla stessa lunghezza.

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Un’evoluzione del Bastone a Due Sezioni; tipicamente per uso marziale era strutturato da tre bastoni normalmente di lunghezza di un intero braccio, uniti da catene (raramente da corde). Quest’arma permette di colpire ma allo stesso tempo di poter parare attacchi potendo essere impugnata sia con le mani sui primi 2 bastoni, facendo così roteare il terzo bastone che và a colpire, sia impugnandola agli estremi del primo ed ultimo bastone per offrire una maggior linea di difesa oppure a lunghissimo raggio usandola come frusta con l’impugnatura su una sola estremità.

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La cosiddetta Sciabola utilizzata anche nel medio oriente; è un’arma tipicamente di offesa e ritenuta di grande efficacia per l’attacco sia a piedi che a cavallo, nonché abbastanza intuitiva da maneggiare. Per questo motivo è una delle prime armi da taglio che viene studiata (dopo ovviamente aver dimestichezza con le armi da percossa), è inoltre un’arma da taglio prettamente maschile dato il peso e la forza inerziale, venendo usata più per tagliare di lato che per bucare frontalmente.

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Una sciabola dritta con manico di impugnatura che potesse offrire capacità di difesa maggiori per l’utilizzatore; è una modifica della sciabola originale per conservare la stessa durezza e capacità di taglio aggiungendo la possibilità di bucare in linea dritta. Poco diffusa nel Nord (come il nome stesso lascia intuire) è abbastanza rara poiché essendo un’arma propriamente da taglio doveva venire fabbricata appositamente e non tutti potevano permettersela; in uso nelle forze armate del Sud.

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E' la tipica spada cinese, dritta e con la lama più fine rispetto ad una sciabola (sia in spessore che in larghezza); è però più lunga e può tagliare sia da un lato che dall’altro oltre che può bucare frontalmente con maggiore efficacia della sciabola. Grazie al suo peso ridotto può essere facilmente maneggiata anche da donne o uomini esili o con poca forza, richiede però un lungo tempo di apprendimento per padroneggiare l’utilizzo delle molteplici sfaccettature che quest’arma offre.

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Un bastone lungo  alla cui estremità veniva legato o inchiodato un coltello con il filo da entrambi i lati oppure la punta di una freccia, per aggiungere capacità di taglio ad un’arma tipicamente di percossa come poteva essere un bastone; è stata per la sua facilità di costruzione usata molto nella Cina medioevale, quelle più corte usate dalla fanteria e quelle più lunghe (oltre i 3 metri) dai cavalieri. Quest’arma predilige dei movimenti più ampli rispetto al bastone lungo per scoprire e meglio infilzare l’avversario. Il pennacchio rosso ha sia la funzione di confondere l’occhio che di trattenere il sangue avversario per impedire di scivolare sull’impugnatura. Poteva anche essere scagliata contro nemici a terra o a cavallo in mancanza di arco e frecce.

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Chiamati anche Uncini Doppi per la loro caratteristica di venire usati a coppia si presenta come una spada dritta con diverse guardie sull’impugnatura designate sia per la protezione della mano che per un uso in attacco con le mezzelune taglienti; storicamente non è documentato l’uso in battaglia, anche perché, data la complessità di utilizzo e di maneggio veniva usata principalmente da praticanti esperti. La caratteristica di essere usata a coppia è data dal fatto che roteando la spada è possibile agganciarne un’altra uguale tramite l’uncino stesso, ampliando di molto il raggio d’azione.

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E' il classico Tonfa, impiegato nelle forze di polizia americane o in altri corpi di difesa; ennesima arma di derivazione contadina (era originariamente usato come gruccia, nelle versioni più lunghe, o piantariso) e si presenta come un bastone corto a cui verso l’estremità finale veniva perpendicolarmente attaccato un altro bastone (o manico) in dimensioni di norma di poco superiori a quelle della grandezza di una mano, rendendone pratica l’impugnatura con la stessa. Questa particolare forma dell’arma permette di essere usata sia singola che a coppia, sia per attacco usando come perno il manico o usando il manico stesso come piccozza per colpire, sia per la difesa utilizzando il bastone per parare in copertura dell’avambraccio, ma anche per attaccare cambiando impugnatura, favorendone l’utilizzo in spazi ristretti. E’ fra le armi da percossa più complesse nell’apprendimento anche perché ha molteplici varianti di utilizzo: occasionalmente veniva anche applicata la punta di una lancia all’estremità vicino all’impugnatura, per aggiungere capacità di bucare l’avversario.


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Era tenuto a vista dai regnanti e studiosi ed era lavorato artigianalmente secondo il rango raggiunto nella comunità cinese. Utilizzato per il corto raggio, veniva utilizzato di sorpresa, in genere fino alla morte dell'avversario. Gli attacchi principali venivano portati a braccia e gambe o se necessario si colpiva dritti al cuore o alla carotide. Il pugnale a seconda di chi lo portava veniva indossato: a destra dagli uomini, studiosi, religiosi, dottori, comandanti o comunque di alto rango; a sinistra dalle donne, anch'esse di alto rango ma, il pugnale si differenziava per la lavorazione più fantasiosa. 

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Inizialmente utilizzata dai pescatori in mare per "inforcare" il pesce, diventa successivamente un'arma, chiamata "Tridente di terra" per non confonderla con il primo forcone per pescare. Era utilizzata contro lance o bastoni di varie lunghezze. 

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Ideata per attaccare la testa del cavallo e precisamente il collo nel combattimento a terra veniva invece usata per immobilizzare l'avversario e per finirlo con il pugnale (lo si bloccava al busto ma se era sprovvisto di corazza lo si divideva).

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Usata il più delle volte contro nemici che attaccavano il cavallo, chi aveva questa arma tripla poteva bucare e simultaneamente strappare, sia a destra che a sinistra quello che trovava sulla sua strada come lo scudo di un cavaliere. Veniva utilizzata anche per tagliare le zampe ai poveri cavalli in corsa cosi come le gambe dei nemici.  

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E' una Sciabola (Dao) “in asta” (ovvero aggiunta all’estremità di una parte in legno che funge da impugnatura); ciò ne potenziava le capacità e di allungo per tagliare i nemici. Ne esistono versioni con estremità finale con supporto di anelli o di punte. Usata principalmente in fanteria anche per tagliare le gambe ai cavalli in corsa agendo sui loro garretti.

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Un' Alabarda la cui lunghezza è uguale o superiore ai due metri circa; è una fra le armi più lunghe e pesanti dell’esercito (alcuni modelli da allenamento totalmente in ferro potevano arrivare a pesare anche 35 – 40 Kg). Se si tiene conto che la parte più pesante era quella della lama che era la più lontana all’utilizzatore, è facile dedurre quanto il peso potesse venire moltiplicato, risultando molto difficile da maneggiare per attacchi diretti ed in linea; le caratteristiche e la lunga lama ne favoriscono invece l’uso rotatorio con un effetto presenza utilizzato spesso in battaglia  per creare il vuoto attorno a sé anche se circondati da molti nemici. La lunghezza di oltre due metri di quest’arma permetteva di piantare la coda appuntita a terra limitando le possibilità di essere travolti da un cavallo in carica.

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Un’arma tipica del sud, un coltello con la lama molto larga e che offre una guardia di protezione per chi lo impugna. E’ un altro caso di armi derivate da utensili di lavoro, difatti erano i coltelli di lavoro dei macellai e raramente utilizzati in singolo, in modo da lavorare meglio la carne, grazie anche alla larghezza e spessore della lama. Quando accoppiate le lame possono parare e consecutivamente trasformare la parata in attacco con lo stesso movimento di base, in più l’impugnatura presenta un gancio che originariamente era usato per appendere la carne stessa ma che nell’uso marziale può intrappolare o spezzare altre lame più sottili. Il termine farfalla è stato associato dalle tecniche d’uso di questo specifico tipo di coltelli, infatti ognuno dei due coltelli utilizzati a coppie, nelle movenze, ricorda l’ala di una farfalla.

 

 

A queste armi di base si vanno ad aggiungere una molteplice fioritura di varianti ed utilizzi, come ad esempio armi che non potrebbero a prima vista neppure essere considerate tali: la zappa/rastrello per i campi, il panchetto, i ventagli, le fasce per abiti, gli aghi e gli  spilloni fermacapelli (da lancio). Tutte queste, sebbene si raggruppino sotto il nome di “armi improprie”, hanno avuto comunque uno studio intenso e fruttifero per quanto riguarda il loro impiego, venendo di fatto studiate solamente a livelli più alti come completamento di tutto ciò che si è studiato sulle armi di base e del proprio sistema.

Sono illustrate di seguito le armi tradizionali particolari studiate nella scuola NANXI CHUAN:

 

 

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1. Ascia/Scure (FU)
2. Mazza/Martello (CHUI)
3. Catena 5-7-9 sezioni (LIAN)
4. Asta di ferro (GANTIE)
5. Bastone sentinella (GUN SHAO)
6. Bastone sentinella particolare (GUN BING SHAO)
7. Lancia snodo 4 pezzi (TOU SI KUAI)
8. Corda peso estremità (SHENG-CHEN)
9. Corda uncino estremità (SHENG-GOU)
10. Arco (misura personale) (GONG)
11. Mezzelune del Sud (YUAN YANG YUE / YUN YEUNG YUT)
12. Ventaglio (SHANZI)
13. Frusta (BIANZI)
14. Falce (LIAN DAO)
15. Tridente corto (SAN CHADA)
16. Zappa (CHUTOU)
17. Rastrello (BAH)
18. Panca (DENG)
19. Remo bastone barca (JIAN)
 
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